Buddha in un sutra raccontò una parabola:
Un uomo che stava attraversando un campo incontrò una tigre. Cominciò a scappare, con la belva alle costole. Giunto a un precipizio, afferrò la radice di un rampicante selvatico e si lanciò giù, oltre il ciglio. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando, l’uomo guardò giù, dove molto più in basso, un’altra tigre l’aspettava per divorarlo. Solo il rampicante lo sosteneva. Due topi, uno bianco e uno nero, poco a poco cominciarono a rosicchiare il rampicante…
L’uomo vide una succulenta fragola vicino a sé. Tenendo il rampicante con una mano, colse la fragola con l’altra. Com’era dolce!
[tratto da “105 storie zen” a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps, edizioni il punto d’incontro]
Bella questa parabola, vero? E tu, ti saresti accorto del momento presente (e quindi visto la fragola per poi gustartela), avresti già proiettato la tua mente al futuro (morte certa) o avresti fatto un salto nel passato (la classica vita che ti scorre davanti)? Difficile a dirsi e soprattutto a farsi ma l’essenza dello zen è proprio nel principio del “qui e ora”. Vivere il presente, l’attimo, godere appieno di ogni momento senza pre-occuparsi troppo del futuro (nel caso della parabola: alla morte certa) o rimuginare sul passato…
Lo zen è una filosofia di vita nata in Oriente e originaria dell’India (col leggendario monaco Bodhidharma), diffusasi poi in Cina (col filone del buddhismo chàn) e infine giunta in Giappone in cui si è suddivisa in vari lignaggi che hanno profondamente influenzato la cultura nipponica. Cultura giunta in Occidente nel secolo scorso e che ha preso sempre più piede negli ultimi anni. Personalmente ne sono sempre rimasto affascinato, da almeno un dozzina d’anni: dalla classica forma di meditazione in zazen all’etichetta dei cerimoniali, dai koan (=affermazioni paradossali o frasi usate nei racconti per facilitare la meditazione) alle parabole del Buddha. Parabole che, come quella sopra citata, aiutano a trovare nella nostra vita barlumi di saggezza senza sconfinare nel fanatismo e difficilmente lasciano indifferenti i nostri pensieri: ogni piccolo insegnamento nasconde grandi verità, basta esserne consapevoli…
Stefano Bresciani
Ultimi post di Stefano Bresciani (vedi tutti)
- Cuore Guerriero: straordinario viaggio nelle arti marziali - 21 marzo 2018
- Arrivederci Aikido…. Benvenuto Brazilian JiuJitsu! - 14 febbraio 2018
- Budo e coordinazione (lezione 2.4 – pratica) - 22 gennaio 2018
Commented: 5 giugno 2012 at 23:05
Ciao Ragazzi, sono Enzo del dojo di sesto… vi leggo appena ho qualche secondo libero. bel blog continuate così…
bella anche la parabola. Sicuramente ti da modo di pensare…
un saluto, spero di vedevi presto, nel frattempo continuo a leggere i vostri post.
Enzo
Commented: 5 giugno 2012 at 23:11
Ciao Enzo!!! Ti rispondo quasi in diretta: GRAZIE MILLE ogni commento e sostegno è per noi fonte di gioia e ricchezza. Continua così, non solo a commentare 🙂 a presto
Commented: 6 giugno 2012 at 10:58
Salire sul tatami è come isolare quel momento in cui la fragola spande il suo dolce in bocca… il resto non esiste più.
La pratica è (o dovrebbe essere…) un’isola che fluttua al di fuori delle nostre preoccupazioni.
A pensarci bene è una grande liberazione che ci viene offerta.
ribadisco: gran bel blog!
Marco
Commented: 6 giugno 2012 at 14:47
Per come la vedo io nel momento della morte nulla più conta se non l’attimo stesso. Che senso ha pensare a ciò che verrà…dato che non ci sarà futuro? perchè preoccuparsi di cosa ci perderemo, di quello che succederà?
Non avrebbe senso. Avrebbe più senso pensare al passato, ricordare ciò che siamo stati. Ma anche questo avrebbe poco significato. Ormai è troppo tardi, bisognava pensarci prima. Dovremmo vivere il distacco dal piano materiale dell’esistenza per quello che è. Cosa possiamo fare ormai se non assaporare l’ultimo alito di vita? Null’altro conta se non questo. Ma ancor più durante la nostra esistenza dobbiamo imparare a vivere il qui e ora appieno. Godendoci ogni attimo di vita per quello che è, non avremo necessità nel momento della morte di dover rimuginare sul passato o sul futuro…perchè avremo vissuto una vita piena e soddisfacente.
Commented: 6 giugno 2012 at 15:35
…E’ un bellissimo insegnamento..! Anche io, personalmente, cercherò di farne tesoro. Da…adesso…!! 😉
Commented: 7 giugno 2012 at 12:25
Mi piace molto la fragolina, ma in particolar modo mi piacciono i tuoi insegnamenti che mi conducono al vivere
Qui e Ora attraverso la coltivazione della calma interiore nell’affrontare le cose! Grazie ancora Stefano, ci vediamo
questa sera….ciao Federico.
Commented: 8 giugno 2012 at 10:59
Quanti commenti, grazie a tutti!!! Il primo articolo della categoria “altro budo” ha colpito nel segno, mi fa piacere e faremo del nostro meglio per placare la vostra sete di conoscenza e curiosità in questi campi… A breve due articoli che mi auguro siano di altrettanto gradimento!
P.S.: anch’io adoro le fragole, ma preferisco mangiarle comodamente a tavola e senza topi e/o tigri tra i piedi 🙂
Commented: 9 giugno 2012 at 12:08
“qui e ora”…”vivere il presente”….nel profondo ho sempre pensato fosse la via migliore, ma non ho mai capito come riuscire a metterlo in pratica.
Speriamo che il tempo e la pratica portino consiglio. 🙂
Commented: 11 ottobre 2016 at 20:55
Ho trovato il tempo x leggere un altro dei tuoi simpatici articoli, sono massime molto profonde e piene di saggezza, le metafore danno edito a varie interpretazioni, fermo restando di dover vivere l’attimo che stai vivendo, io interpreto questa parabola come un monito di non cacciarsi nei guai, ti puoi trovare in punto di morte guidando ubriaco o drogato, o altre bischerate simili, sarebbe una situazione drammatica come quella descritta non avresti neppure la fragolina!