
Parliamo ora di coordinazione, che presuppone la conoscenza di un movimento in riferimento alla capacità di compierlo, assumendo specifici atteggiamenti o posture.
Per studiare la coordinazione bisogna conoscere le basi della motricità, che comporta la variazione di posture in un determinato arco di tempo al fine di compiere un’azione. La struttura di un movimento è quindi formata da più elementi base, detti schemi posturali e schemi motori.
Gli schemi posturali interessano prettamente il busto e gli arti inferiori, in certi casi anche quelli superiori, e sono:
- erigere
- flettere
- inclinare
- circondurre
- piegare
- elevare
- abbassare
- addurre
- rotare.
Gli schemi motori chiamati “di base”, poiché permettono tutte le più azioni complesse, sono invece:
- camminare
- correre
- saltare
- lanciare
- afferrare
- rotolare
- strisciare
- arrampicare.
Nella prima parte relativa alla coordinazione ci occuperemo di questi ultimi, per capire a cosa servono nel Budo e in qualsiasi attività sportiva (ma non solo), mediante esempi teorico-pratici.
Motricità di base
La motricità è importantissima per un armonico e completo sviluppo della propria personalità. Da piccoli, almeno quando lo ero io, ci si arrampicava sugli alberi, su muri e ringhiere, si saltava in continuazione, si correva dietro a un pallone per ore, ci si rotolava nella sabbia o nell’erba, si lanciavano e afferravano oggetti di qualsiasi genere.
Oggi mancano parecchio queste sollecitazioni, manca il gioco creativo in mezzo alla natura e con scarsi mezzi a disposizione se non quelli creati dalla propria fantasia. Vengono costruiti in continuazione parchi giochi all’aperto, spazi appositi per bambini in pizzerie e ristoranti, baby parking e chi più ne ha più ne metta, per consentire al bambino di passare il tempo… o forse per compensare alla mancanza dei genitori di renderlo consapevole e stimolarne la fantasia. Lo sai di che cosa? Della propria innata motricità.
Per imparare a camminare basta un pavimento o un piccolo giardino (con le mie bimbe ho usato i tatami), per andare in bicicletta si va in strada, allora perché per imparare ad arrampicarsi o saltare bisogna recarsi in quei parchi giochi iper-accessoriati o pagare cinque euro al luna park per pochi minuti sul tappeto elastico?
Sembra paradossale ma non lo è affatto: per me è solo molto triste.
Pure io porto spesso le mie bimbe al parco giochi, anche se riesco a stimolarle sufficientemente grazie ai piccoli spazi verdi di casa mia o nei parchi vicini, idem quando c’è maltempo sfrutto il dojo realizzato al piano interrato della villetta in cui abitiamo. Passiamo molto tempo insieme inventandoci posizioni o prendendo spunto dalle asana dello Yoga, così come simulare combattimenti e lotte a terra, percorsi e cadute, esercizi di stretching o di attivazione motoria, perlopiù a corpo libero.

Stefano

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