
Tra le capacità coordinative utili al Budoka vi è infine quella dell’adattamento. Particolarmente addestrata nell’arte marziale dell’Aikido, l’adattabilità fisica (e mentale) è una componente basilare di qualsiasi buon praticante.
Oltre a sapersi muovere correttamente, in combattimento così come nella vita quotidiana, è fondamentale sapersi muovere in funzione delle numerose varianti, in genere non previste, che il confronto spesso ci riserva. Parliamo dei noti ostacoli, che sorgono inaspettatamente e sono dettati dalla situazione in sé, da chi abbiamo di fronte o dallo spazio che ci circonda.
In un combattimento sportivo o per strada, così come ai tempi del Samurai o di qualsiasi altro guerriero, chi è in grado di sfruttare le difficoltà e trasformarle in opportunità, avrà di certo più opportunità di cavarsela: su un ring, in una battaglia, o nella vita non fa alcuna differenza.
Per questo motivo reputo basilare avere piena consapevolezza del proprio corpo: saperlo controllare, calibrare, direzionare, sfruttarlo per le sue grandi potenzialità, fa invece la differenza tra un budoka qualunque e il buon Budoka!
Saper innanzitutto coordinare braccia, gambe e busto nello stesso tempo ci permette di compensare eventuali perdite di equilibrio, rimanendo centrati nel proprio hara di cui abbiamo già parlato nel capitolo precedente.
Ogni singolo esercizio, ogni singola tecnica, prevede in teoria l’utilizzo di gran parte del corpo, dallo sguardo ai piedi, dalle braccia alle anche. Sappiamo benissimo che non è sempre così… purtroppo, soprattutto chi è all’inizio di un do, trova assai difficile muoversi con una completa coordinazione corporea.
Io son qui anche per questo. Ho scelto di scrivere questo libro, sotto forma di lezioni, per facilitare l’arduo compito (e spesso l’impazienza di imparare) del neofita. Qualche ora settimanale o stage saltuari di certo non sono sufficienti per entrare nel cuore della disciplina intrapresa. Troppo spesso ho visto persone altamente motivate, con discreto talento e capacità di apprendimento, mollare dopo 2 o 3 anni.
Lo sai perché?
Perché non percepiscono il miglioramento, non riescono a sentire, a toccare con mano la loro crescita, lenta e il più delle volte macchinosa.
Il Maestro, pur bravo che sia, non ha la bacchetta magica e mille occhi per poter seguire tutti nello stesso tempo. In un’ora massimo due di lezione, a meno che nel dojo vi siano solo un paio di allievi (risulta poi difficile che la scuola resti in piedi), è onestamente impossibile curare il miglioramento di ciascun praticante.
Ognuno ha le proprie caratteristiche: età, condizione atletica, limiti fisici, capacità di apprendimento, memorizzazione, stress, talento, esperienze diverse (= condizionamenti).
Io stesso, ai tempi del Karatedo, dopo un paio d’anni avrei voluto mollare… ma ho ascoltato il mio istinto e dopo oltre 20 anni mi ritrovo a scrivere un nuovo libro su ciò che più mi sta a cuore: TU.
Nessun tentativo di adulazione, credimi. Avrei voluto essere io al tuo posto, in quella delicata fase della mia vita sul tatami (e non solo su quello, anche fuori dal dojo ero piuttosto a disagio). Mi sarebbe piaciuto avere a disposizione qualcuno che potesse aiutarmi, rincuorarmi, spronarmi, consigliarmi, poiché parlare col Maestro era difficile, soprattutto per una persona timida e introversa come lo ero io. Volevo inoltre fare tutto da solo, a casa passavo ore sui libri o a ripassare le tecniche apprese, cercando la formula magica per diventare cintura nera in poco tempo o trovare l’invincibilità contro i classici bulli di paese.
Non sono qui per darti false illusioni, la formula magica non l’ho ancora trovata, però ti consiglio di cercarla dentro di te, nelle tue risorse, nel tuo io più profondo. Ci vorrà tutta una vita per cercarla ma ti assicuro che ne sarà valsa la pena!
Riprendendo il filo di questo capitolo, centrato sulla coordinazione, ti invito a provare un esercizio che ti aiuterà a cercare dentro di te la miglior sensazione.
Non cercare l’esecuzione perfetta, quella più veloce o più potente… cerca quella migliore che senti sulla tua pelle e sotto di essa!
Cercala, trovala, ascoltala e prova a ripeterla, più volte che puoi. Serviranno molte ripetizioni, questo è certo ma alla fine mi darai ragione: sarà una grande soddisfazione!

Stefano

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